
Ai tempi del collegio la sua camera era dotata di ogni comfort tecnologico. Aria condizionata, tv a colori, videocamera (da cui la famosa frase: “le ho proposto l’uso della videocamera”). Comprava fumetti in quantita’ e andava a fare la doccia all’hotel Ariston, dove all’occasione aveva una stanza per quando i rumori del collegio gli impedivano di riposare o se le sue necessita’ igienistiche gli rendevano troppo difficile usufruire delle docce e dei bagni comuni in corridoio. Aveva un’Audi 80 supercorazzata perche’ si schiantava spesso e volentieri e il padre previdente aveva pensato che e’ meglio un figlio un po’ viziato che morto. Detto cio’, Salem e’ generoso. I suoi compleanni erano gioia per il palato. In genere comprava una torta alla frutta per venti persone. Ci chiudevamo in stanza in quattro (lui, io, Gazot e il Sardo) e mangiavamo fino a che non ne potevamo piu’. Poi chiamavamo le matricole a finire le briciole. Altro must consentitoci dalla tecnologia salemica (stiamo parlando di vent’anni fa, non c’era internet, i rari telefonini pesavano due chili, i computer stavano solo nelle universita’) erano le serate video. Affittavamo quattro-cinque cassette di genere diverso (l’ultimo rigorosamente un pornazzo), compravamo chili di patatine, noccioline e bevande varie e passavamo la notte a guardare film sulle poltrone del Salem. Le sue donne sono sempre state un po’ strane e in genere sono impazzite o gli hanno distrutto casa (quando poi ha avuto una casa). Una di queste aveva un puzzle gigante di una citta’ e pensava che la citta’ si chiamasse Ravensburger, come scritto sulla scatola. Adesso Salem e’ negli Stati Uniti, ma e’ ancora vivo e cazzeggia piu’ che mai. Nei prossimi blog altri entusiasmanti nanetti.
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