sabato 17 febbraio 2007

Le Streghe di Salem

Oggi vi parlero’ di un personaggio che ha giocato un ruolo non trascurabile nei miei anni universitari. Non ne diro’ il nome, anche se e’ riconoscibilissimo. Quindi non vale neanche la pena di non dire il nome: e’ Marco Salemi, noto anche come Barone Salemi o La Salama o – in un rigurgito maccartista – Salem. Salemi e’ anche il protagonista del mio blog del 2 gennaio 2006 (e' il tipo a sinistra), colui che dopo tre anni chiama mio figlio Rocco, che all’ultima cena del Collegio Borromeo ha avuto il coraggio di dire: “ehi ragazzi, mi sa che tra di noi io sono ancora l’unico non sposato”, dimenticando (non fingendo di dimenticare) che lui e’ gia’ divorziato. Insomma, un’icona vivente.
Ai tempi del collegio la sua camera era dotata di ogni comfort tecnologico. Aria condizionata, tv a colori, videocamera (da cui la famosa frase: “le ho proposto l’uso della videocamera”). Comprava fumetti in quantita’ e andava a fare la doccia all’hotel Ariston, dove all’occasione aveva una stanza per quando i rumori del collegio gli impedivano di riposare o se le sue necessita’ igienistiche gli rendevano troppo difficile usufruire delle docce e dei bagni comuni in corridoio. Aveva un’Audi 80 supercorazzata perche’ si schiantava spesso e volentieri e il padre previdente aveva pensato che e’ meglio un figlio un po’ viziato che morto. Detto cio’, Salem e’ generoso. I suoi compleanni erano gioia per il palato. In genere comprava una torta alla frutta per venti persone. Ci chiudevamo in stanza in quattro (lui, io, Gazot e il Sardo) e mangiavamo fino a che non ne potevamo piu’. Poi chiamavamo le matricole a finire le briciole. Altro must consentitoci dalla tecnologia salemica (stiamo parlando di vent’anni fa, non c’era internet, i rari telefonini pesavano due chili, i computer stavano solo nelle universita’) erano le serate video. Affittavamo quattro-cinque cassette di genere diverso (l’ultimo rigorosamente un pornazzo), compravamo chili di patatine, noccioline e bevande varie e passavamo la notte a guardare film sulle poltrone del Salem. Le sue donne sono sempre state un po’ strane e in genere sono impazzite o gli hanno distrutto casa (quando poi ha avuto una casa). Una di queste aveva un puzzle gigante di una citta’ e pensava che la citta’ si chiamasse Ravensburger, come scritto sulla scatola. Adesso Salem e’ negli Stati Uniti, ma e’ ancora vivo e cazzeggia piu’ che mai. Nei prossimi blog altri entusiasmanti nanetti.

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