giovedì 23 novembre 2006

Quinto: Non Desiderare La Donna del Tuo Appartamento

C'è un mio amico (di cui naturalmente non farò il nome) che ha avuto la malaugurata idea di iniziare una storia con la sua compagna d'appartamento. Dopo meno di due mesi i due hanno litigato e ora lui è costretto a uscire di casa prima del di lei risveglio e a rientrare dopo l'una di notte. Se vedete qualcuno alto con gli occhiali girare per Roma con aria un po' angosciata, è lui.

I Miei Primi 40 Anni

L'altroieri sera sono andato a vedere i Marlene Kuntz e Gianni Maroccolo all'Alpheus. In mezzo a un pubblico di ggiovani, con il concerto che iniziava a mezzanotte, mi sentivo molto ggiovane anch'io. Fino a che non ho letto un manifestino che annunciava le prossime registrazioni del trashissimo programma "Distraction" (prima condotto da Mammuccari e prossimamente da Enrico - argh Papi). Per far parte del pubblico bisogna avere meno di 40 anni ! Cioè tra poco più di un anno vengo spostato d'ufficio tra quelli che possono avere accesso solo ai pre-tg tipo passaparola o il mercante in fiera. Mi sono molto offeso. E poi Papi di anni ne ha 41, perché rompe le balle ?

venerdì 10 novembre 2006

Jason

Ragazzi, è venerdì pomeriggio. Alleluiah !

mercoledì 8 novembre 2006

L'ultima Parola

Visto che l'altra volta mi ero lamentato di essere stato lasciato solo per il weekend con Pietro febbricitante, questa volta mi tocca fare ammenda e informarvi che durante le mie scorribande armene e pavesi Alessandra ha dovuto occuparsi di Pietro (vomito), se stessa (otite) e i suoi genitori (senilità). Malignamente, potrei dire che c'è giustizia sulla terra...

Fiabe

In questi giorni sto leggende l'interessantissimo Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe, di Bruno Bettelheim. Ho scoperto delle cose assolutamente - per me - insospettabili sulle reali intenzioni di Cappuccetto Rosso e Biancaneve e sulla funzione terapeutica delle fiabe. Se c'è un difetto in questo libro, è che è un po' datato rispetto all'ormai inevitabile evoluzione/involuzione dei bambini moderni. Per esempio, nell'analisi di "Cappuccetto Rosso", Bettelheim sostiene che senza ombra di dubbio il bambino si identificherà con Cappuccetto Rosso, e che solo un bambino malato di mente potrebbe parteggiare per il lupo. E mio figlio Pietro (tre anni e mezzo) ADORA il lupo cattivo. Così come si diverte da morire a "mangiare" sua nonna. Quando poi vede Biancaneve e i Sette Nani", va su tutte le furie di fronte all'esitazione del guardiacaccia che ha ricevuto dalla regina cattiva l'incarico di ucciderla. Il guardiacaccia abbassa il coltello mentre con voce tremante dice "...non posso, non posso ucciderti..." e Pietro gli urla "sì che puoi !". Poi ogni tanto mi porta una scatola con dentro "il cuore di Biancaneve" e fa il tifo per la strega che cerca di schiacciare i nani con un masso gigante. Naturalmente il suo miglior amico è Capitan Uncino, mentre Spugna è "bravo" e Peter Pan "brutto". Eppure mi sembra un bambino sereno e tranquillo, anche se non è concepibile che abbia un senso dell'umorismo così sviluppato da cogliere il paradosso delle sue scelte e quindi dirlo apposta per essere divertente. Comunque sia, leggete - questo è l'avviso di Bettelheim - ai vostri figli Capuccetto Rosso, Biancaneve, Hansel e Gretel, Cenerentola. Evitate invece Il Brutto Anatroccolo, che insegna che la soluzione ai propri problemi è quella di perdere le proprie radici e di non essere se stessi. Anche La Piccola Fiammiferaia o Il Soldatino di Piombo non vanno molto bene per i bambini molto piccoli, perché finiscono male e non insegnano che anche se il percorso è irto di ostacoli, alla fine giunge sempre il premio. Naturalmente, c'è chi non la pensa per niente così. Se avete tempo (circa 15 min) e voglia di approfondire l'argomento, leggete questo interessante articolo.

martedì 7 novembre 2006

Stress

Avrete notato che ho molto lavoro in questo periodo

Humilitas

Alcuni frequentatori del blog mi hanno chiesto "delucidazioni" sul Borromeo. E' impossibile spiegare cos'è davvero il Borromeo in poche righe. Ho passato là dentro cinque anni, fra alti bassi, e alcuni fra i miei migliori amici li ho conosciuti proprio lì (ma questo l'ho già detto qualche post fa). Diciamo che è una specie di college in stile Cambridge (in tanti lo vivono come una full immersion ne "L'attimo fuggente") e che in quanto tale ha alcune caratteristiche particolari. Una di esse, almeno all'epoca, era la vessazione sistematica degli studenti del primo anno (il cosiddetto "culo"). Flessioni, lucidature con il lucido da scarpe, veglie notturne tra racconti pseudo erotici, Detta così, crea turbamento e evoca ricordi di film in cui i più fragili si suicidano. O Abu Grahib. In effetti il principio è abbastanza simile, con la differenza che il livello culturale e intellettuale è molto elevato e quindi teoricamente certi eccessi non dovrebbero essere ammessi. Ma si sa, non sempre l'autocontrollo costituisce di per sè una buona regola. Comunque sia, negli anni, a parte qualche raro caso in cui qualcuno è andato via perché non reggeva alla pressione psicologica (o fisica se aveva bisogno di riposare), gli aspetti positivi (amicizie forti, grandissimo supporto da parte della struttura e degli altri alunni nello studio, privilegi non da poco in termini di infrastrutture e servizi) hanno sempre più che controbilanciato quelli negativi. Qualcuno potrebbe spingersi a dire che si tratta di un processo di iniziazione catartico attraverso il quale un individuo che pensa già di essere maturo è costretto a ricominciare da capo e ad affermarsi in un ambiente che durante i primi mesi appare totalmente ostile. Altri diranno che quelli che sono andati via erano degli asociali o delle teste di cazzo. E che comunque il finale è quasi sempre positivo. Sarà, ma i dubbi sulla legittimità di tutto ciò restano, assieme alla spiacevole sensazione che probabilmente anche Rumsfeld direbbe la stessa cosa. Nonostante ciò, rifarei tutto da capo.

lunedì 6 novembre 2006

Pisarei

Non avevo fatto in tempo a riprendermi dai bagordi armeni, che il venerdì ero già su un treno diretto a Milano-Pavia per partecipare al raduno organizzato dai miei ex compagni del Collegio Borromeo, in occasione del ventennale dell'ingresso all'Almo. Per l'occasione, si confermava l'arrivo del Sardo da New York, della Salama dalla Florida, del Doge da Parigi e di personaggi che non vedevo da secoli. La sorpresa piacevole è stata che, Doge a parte (con folta chioma bianca), sembravano tutti usciti da un album di foto di quindici anni fa. Un paio erano anche vestiti come quindici anni fa, ma questo fa parte dello stile borromaico. Come Dimitri ha fatto notare, siamo tutti professionisti affermati, guadagnamo tutti abbastanza bene, abbiamo quasi tutti moglie (o compagna fissa) e figli. Però, nonostante da quel collegio esca ogni anno la crema dell'intellighenzia italiana (con qualche rara eccezione: me), nessuno ha fatto i soldi. A dimostrazione del fatto che in Italia studiare, lavorare sodo e con sani principi morali non fa arricchire. A cena siamo andati al ristorante "Sapori Piacentini", sicuramente da evitare se passate da Pavia. Il menù è piacentino, ma il proprietario è napoletano e non ha nessuna inflessione del nord, segno di scarsa frequentazione di Piacenza e dintorni. Comunque la serata è stata molto piacevole e si è degnamente conclusa da Cesare, che fa le migliori cioccolate calde che ho mai gustato in vita mia.

Khachapuri

Notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre. Massacrato dal cibo e dall'alcool, ho passato quasi tutto il viaggio di ritorno da Yerevan chiuso nel cesso dell'aereo, espellendo sostanze semiliquide da tutti i buchi in mio possesso (a momenti anche contemporaneamente, un capolavoro di equilibrio e coordinamento). Penso di aver perso due chili in poche ore. In realtà attribuisco la causa del malessere a un mefitico khachapuri, specie di calzone georgiano a forma di occhio e con al centro un misto di formaggio fuso e uovo crudo. Buono, ma se l'uovo non è fresco...
Così ho concluso degnamente una quattro giorni di bagordi all'insegna del mangiare e del bere poco sano. Ma non era finita qui...